Vorrei prendere in considerazione ancora una volta l’importanza della cultura dei monasteri e la letteratura monastica (pp. 439 – 440 del libro curato da Umberto Eco)
Due post fa ho preso in considerazione il processo di fusione tra la cultura cristiana e l’eredità classica. Ho individuato tre componenti a cui si deve necessariamente aggiungere anche questa.
Al centro della teologia monastica stanno l’amore di Dio e la ricerca dell’unione mistica con Lui, ma anche la cultura letteraria, per quanto disprezzata in linea teorica, è seguita e coltivata nella pratica.
Il monachesimo nasce dalla percezione di un dualismo tra anima e corpo, tra spirito e materia, tra Dio e il mondo. Il monaco, infatti, cerca di raggiungere la perfezione con l’abbandono del mondo e scegliendo la ricerca assoluta di Dio nel ritiro, nella penitenza e nella preghiera. C’è una forte componente escatologica nella cultura monastica che prevede la ricerca di Dio, ma questa viene fortemente portata avanti anche con la componente grammaticale, che insiste sulla letteratura. Il monaco ha come obiettivo la ricerca di Dio ed è consapevole che, in teoria, non gli servirebbe la cultura, avendo a sua volta Cristo fatto ricorso a pescatori ignoranti, ma nella pratica non è così: il monaco medievale conosce e usa la letteratura, ci lavora con essa (come insegnante e da copista).
Queste due componenti sono sempre esistite, ma a seconda dei periodo una ha prevalso sull’altra. Ad esempio, prima del XI secolo era molto forte quella escatologica con le seguenti caratteristiche:
- contemplazione è il termine chiave della spiritualità monastica in cui si cerca di vedere nella sublime lontananza quel Dio per cui si è lasciato tutto;
- amore è la strada spirituale per risalire fino a Dio.
Tra il XI e il XII secolo, la situazione cambia e questa strada sentimentale è affiancata, grazie alla scolastica, da quella intellettuale. Punto di partenza rimane sempre la Bibbia, ma questa serve a introdurre il problema logico su Dio, una questione che andrà risolta in termini intellettivi e dialettici. Questa quaestio trova una sua solutio nella conoscenza razionale di Dio.
I monaci amano ricercare il mistero della Scrittura, della Bibbia, non per arrivare a una spiegazione univoca e definitiva, ma per scoprirne sempre nuovi sensi spirituali. Per questo l’esegesi punta a scoprire il senso spirituale della Scrittura, affinchè esso sia il nutrimento per l’interiorità.
Non mi sembri per nulla confusa.....!!!!
RispondiEliminaCinzia