giovedì 14 aprile 2011

Medioevo: che confusione! (continua)

Vorrei continuare il discorso iniziato nel post precedente, riprendendo proprio da dove mi sono fermata.

ENCICLOPEDISMO ALTOMEDIEVALE
CASSIODORO
E’ proprio il desiderio di preservare se stessi e il proprio sapere dalle difficoltà del secolo che guida l’operato di Cassiodoro (490 – 583). La sua formazione greco-latina assieme al fine pedagogico nei confronti della sua comunità, lo induce a comporre le Istitutiones, una sintesi di tutte le informazioni indispensabili alla realizzazione di quell’idea di concordia tra saperi e sapienza. Proprio al fine di perseguire entrambi gli aspetti della formazione ideale del cristiano, le Institutiones guidano il lettore in un percorso bipartito, prima attraverso le Scritture (Institutiones divinarum litterarum) e poi attraverso i saperi profani (Institutiones saecularium litterarum) _ (p. 312

Questo accostamento trova fondamento nel fatto che nel Medioevo ogni sapere, sacro o profano, è tale solo se deriva dall’unica fonte di ogni verità, che è Dio. In questo modo è lecito per il credente accostare alle riflessioni sulle Sacre Scritture, lo studio dei manuali delle discipline più tecniche, corroborando entrambe le letture con il supporto dei testi dei Padri dei primi secoli di storia della Chiesa (p. 312).

Le Institutiones di Cassiodoro mostra i due aspetti dell’enciclopedismo altomedioevale: da un lato, la finalità pratica che induce alla stesura di opere utili allo studio; dall’altro, il contesto di cultura religiosa monastica che, nell’Europa divisa dai regni barbarici, rimane l’unico elemento interculturale in vista della cui preservazione dar vita a opere così ampie e, spesso, poco approfondite (p. 313).

CAPELLA
Marziano Capella è un altro esempio di enciclopedismo altomedievale, questa volta non cristiano. In nove libri sono riproposti il patrimonio delle artes liberali riorganizzate da Varrone narrato in una cornice prevalentemente profana (divinità romane) che fa continuo riferimento alla cultura greca (Platone, Eraclito, Aristotele.
A ogni arte è dedicato un libro ciascuna caratterizzata da una propria simbologia: l’aspetto, i vestiti, l’incedere, le parole o gli atteggiamenti di ciascuna di esse ne indica, nella descrizione mitologica, i tratti caratteristici. Ad esempio, la grammatica porta con sé la cera utilizzata per le tavolette scrittorie, mentre la dialettica si presenta pronunciando espressioni incomprensibili ai più perché provenienti dal suo specifico lessico.

La tradizione dello studio delle artes, inaugurata da Agostino, proseguita da Cassiodor, e fondatesi su modelli pagani come quello di Capella, ottiene, per tutto l’alto Medioevo, molto successo; in ambito carolingio costituirà l’ossatura della rinnovata paideia cristiana promossa da Carlo Magno e dai suoi teologi di corte e, attraverso l’opera illuminata di Scoto giungerà poi ai rappresentanti della cultura del X e dell’XI secolo. 


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