mercoledì 5 settembre 2012

Balzac e l'esperimento realista



Honoré de Balzac (1799-1850) si colloca in una posizione liminare tra Romanticismo e Realismo. Si tratta di una figura difficile da trattare soprattutto perché il suo interesse per la conformazione sociale, nel tentativo di individuarne una tipologia, rappresenta solo un aspetto della sua opera. E’ proprio a causa di questa posizione liminare che il suo è stato definito come un realismo romantico. Non c’è solo scienza, ma anche qualcosa di magico, di demoniaco, di visionario, insomma, di romantico: 

In tutta la sua opera, Balzac ha sentito i luoghi, e in verità i più diversi, come un’unità organica, anzi demoniaca, e ha cercato di trasmettere questa sensazione al lettore. Non soltanto, come Stendhal, egli ha collocato gli uomini, di cui con serietà narra la sorte, nella loro cornice storica e sociale esattamente circoscritta, ma ha inoltre inteso questo legame come necessità; ogni spazio si tramuta per lui in un’atmosfera morale e sensibile di cui s’imbevono il paesaggio, la casa, i mobili, le suppellettili, gli abiti, i corpi […]. Tale realismo atmosferico di Balzac è un prodotto della sua epoca; è esso stesso parte e prodotto d’un’atmosfera. Quella stessa forma dello spirito […]. Storicismo atmosferico e realismo atmosferico sono strettamente legati
[AUERBACH, Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale, Vol. 1, Torino, Einaudi, 1983], pp. 243-244.

La Comédie humaine
La Comédie humaine è, però, a tutti gli effetti un esperimento già realista che Balzac ha voluto strutturare riunendo in modo organico e unitario i romanzi già scritti e quelli futuri in un progetto di rappresentazione dell’intera società. Ogni categoria sociale e ogni ambiente viene analizzato e studiato uno spazio particolare è dedicato alla borghesia, egoisticamente ritratta attraverso la dipendenza dal denaro:

Il realismo di cui parlo io può manifestarsi anche a dispetto delle idee dell’autore. Mi permetta un esempio: Balzac, che io ritengo un maestro del realismo di gran lunga maggiore di tutti gli Zola del passato, del presente dell’avvenire, ci dà nella Comédie humaine un’eccellente storia realistica della società francese, poiché, sotto forma di cronaca, egli descrive quasi anno per anno, dal 1816 al 1848, la spinta sempre crescente della borghesia in ascesa contro la società nobiliare […] Certo Balzac fu un legittimista politicamente; la sua grande opera è una continua elegia sull’inevitabile rovina della buona società; tutte le sue simpatie sono per la classe condannata a tramontare
[MARX – ENGELS, Storia sull’arte, a cura di Salinari, trad. it., Roma-Bari, Laterza 1967], pp. 160-162.

Personaggi e tipi
Si pensi ad esempio alla sezione dedicata alle Scènes de la vie de province e in particolar modo al testo Eugenia Grandet. La caratterizzazione del padre di Eugenia, che vede in Charles, la persona di cui si è innamorata, una soluzione ai problemi finanziari è compiuta da Balzac attraverso la continua contrapposizione dialettica tra mondo interessato (il padre) e il mondo dei sentimenti disinteressati (Eugenia). La figura del padre è, nell’ottica del realismo, per Balzac non solo un individuo, ma soprattutto un tipo, cioè un personaggio che riflette una categoria sociale e una situazione storica, il classico esempio di borghese (da bottaio è divenuto un possidente terriero e uomo politicamente influente).

Ecco qui di seguito la descrizione del padre:

“Il signor Grandet godeva a Sumur di una reputazione le cui cause e i cui effetti non saranno perfettamente compresi dalle persone che non hanno mai, poco o tanto, vissuto in provincia. Il signor Grandet, chiamato ancora da certa gente papà Grandet, ma il numero di questi vecchi diminuiva sensibilmente, era nel 1789, un mastro bottaio che stava assai bene, che sapeva leggere, scrivere e far di conto […] Le maniere di quest’uomo erano semplicissime. Parlava poco. Generalmente esprimeva le proprie idee con piccole frasi sentenziose e pronunziate con voce dolce. […] Quel viso annunziava una scaltrezza pericolosa, una probità senza calore, l’egoismo di un uomo abituato a concentrare i propri sentimenti nei godimenti dell’avarizia e sulla sola creatura che fosse realmente qualcosa per lui, sua figlia Eugénie, sua unica erede”.
“Finanziariamente parlando, il signor Grandet aveva della tigre e del serpente boa: sapeva acquattarsi, rannicchiarsi, guatare a lungo la sua preda, slanciarsi; poi apriva le fauci della propria borsa, vi inghiottiva un carico di scudi, e si ricava tranquillo, come il serpe che digerisce, impassibile, freddo, metodico”.

Il tipo viene tratteggiato da Balzac sia attraverso categorie sociologiche e storiche, sia attraverso categorie psicologiche: personalità e appartenenza a una categoria sociale sono le caratteristiche della poetica di Balzac. 


Tra tutti i personaggi, è soprattutto la figura di Eugenia a interessare maggiormente Balzac. Questa viene tratteggiata ricorrendo ad atteggiamenti (la tenerezza presente nelle relazioni tra madre e figlia, il giudizio critico verso il padre che viene sempre più avvertito come insensibile e avaro), ambienti (l’intimità domestica e familiare), sentimenti (la solidarietà nei confronti di Charles che ha bisogno di aiuto). Con questo personaggio, la logica economica (e maschile) si contrappone qui a quella dei sentimenti e dell’interiorità.








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