Durante l’Umanesimo e il
Rinascimento, la questione della mimèsi si inserisce all’interno di una
disputa, quella tra antichi e moderni, che diventa il pretesto
per porre in discussione l’appropriazione, la produzione e la distribuzione di
modelli e prodotti culturali. Si tratta di una vera e propria “guerriglia
culturale” in cui la posta in gioco è la possibilità di esprimersi
soggettivamente e individualmente (individual subjective expression).
La disputa si esprime attraverso
due posizioni che sembrano diametralmente opposte:
- da un lato c’è la possibilità di fare riferimento a modelli esemplari come quelli del periodo classico;
- dall’altro la possibilità di rappresentare nella modalità più perfetta la natura attraverso la ricerca scientifica.
Se nel primo caso da imitazione della natura si passa a
imitazione delle rappresentazioni degli antichi considerate le più perfette,
nel secondo si rimane all’interno dell’oggetto “natura” e si cerca di
rappresentarla nel modo più fedele possibile.
La questione è però leggermente
più complessa. Non si tratta solo di una differenza tra il riferirsi a un
modello o direttamente alla natura, ma di un qualcosa di più importante: si
tratta di una graduale forma di emancipazione dall’autorità degli antichi in
modo tale che l’uomo possa, attraverso le proprie competenze, re-interpretare
le considerazioni tramandate.
Attraverso questa interpretazione
della disputa, personalità come Leonardo e Alberti possono essere posti sullo
stesso livello di Girolamo Fracastoro, Gianfrancesco Pico della Mirandola,
Pietro Bembo, Poggio Bracciolini e Lorenzo Valla dal momento che in tutti
questi casi centrale è la questione dell’auctoritas. La possibilità di
giudizio, di rifarsi o meno a un modello di riferimento, di sperimentare è un
qualcosa che va in una direzione opposta alla funzione di chi produce e
distribuisce i modelli, ovvero della Chiesa, l’Auctoritas.
Svincolarsi da
questa significa decidere indipendentemente di scegliere un modello oppure no,
ma soprattutto anche nel caso della ripresa di un modello antico, come quello
ciceroniano, nulla impedisce all’artista di superarlo nel confronto e nel
dialogo con questo. Insomma, come afferma Poliziano, l’artista grazie al suo
talento può continuare a essere se stesso pur facendo riferimento a uno o più
modelli antichi.
Riporto qui di seguito alcuni link ai post precedenti che potrebbero interessare:
- il dilemma tra il seguire i modelli di riferimento, cristiani o ciceroniani (Cristiano o Ciceroniano?);
- il rapporto con la tradizione e con la natura (La riflessione rinascimentalesull'imitazione parte I, La riflessione rinascimentale parte II, Regime dell'immagine: la mimesis);
- la pittura e la prospettiva (La pittura in Leonardo: l'importanzadel naturale e Leon Battista Alberti: tra prospettiva e pittura).
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