Nel post precedente (Conclusioni: Aristotele e il libero sfogo delle emozioni), si è accennata a una prima (anzi primissima) forma di artistic self-assertion.
Questa prima forma di autonomia,
trova la sua applicazione nella figura di Cicerone, personaggio fondamentale in
cui la questione della pratica mimetica attraverso la retorica diventa
opportunità di emancipazione dal modello di riferimento. L’uomo ha l’opportunità
di avere non un solo modello di riferimento, bensì tanti e, inoltre, possiede
l’ingenium di “cogitare tamen possumus pulchriora”
(Orator, I, 8). Pur rispettando la gerarchia modello-copia, l’artista ha a
disposizione le sue caratteristiche personali e il suo repertorio enciclopedico
di conoscenze provenienti dallo studio per poter perfezionare il modello e, in
casi eccezionali, diventare lui stesso un nuovo modello di riferimento.
Il fatto è che per Cicerone di estrema importanza nell’arte è ciò che ha origine nella mente dell’artista. Si comincia a parlare di qualcosa che possiede un certo carattere inventivo,
insistendo sul fatto che l’oggetto della rappresentazione artistica non
consiste nella mera copia dell’originale già dato dalla natura, ma in
una immagine ideale, prodotta dalla mente dell’artista.
L’imitazione, contrapponendosi alla verità, non è affatto una copia
fedele a un modello, ma una libera rappresentazione in base a un modello ideale, in base cioè alle “idee” (dove il termine idee deve essere inteso come forme percepibili, create dalla mente dell’artista).
Per quanto concerne il periodo romano, consiglio la rilettura dei seguenti post:
- l'importanza di Cicerone, la conquista della soggettività/creatività, il riferimento a modelli e l'impegno poetico (Un po' di storia I: periodo arcaico, aureo e argenteo e De Oratore, Catilinarie e Somnium Scipionis: prime forme di soggettività, Roma, Romae, Romae, Romam …);
- il concetto di trasformazione e di intertestualità in Ovidio e Cicerone (Ovido...tra illusionismo, finzioni e intertestualità, Cicerone, tra imitazione e creatività);
- l'epica romana e le funzioni/usi delle parole (Modelli su modelli: l'Eneide di Virgiliohttp://paolaghione.blogspot.it/2011/02/modelli-su-modelli-leneide-di-virgilio.html, Verba, verba, verba e Oltre Cicerone: Ovidio e Orazio...);
- l'eclettismo e la cultura dell'oratore (Ancora Cicerone!);
- la filologia (Questioni di filologia: come i testi giungono a noi e come noi li interpretiamo);
- le caratteristiche dell'oratore, il legame tra oratoria e filosofia (Riflessioni sulla figura dell'oratore, parte II, Riflessioni sulla figura dell'oratore, parte III).
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