Entrando, successivamente, nel
periodo medioevale la questione della pratica mimetica è innanzitutto da
intendersi come ricombinazione di elementi cultura classica (spesso incorporati)
con quelli medievali (e, dunque, anche cristiani). Come succede nell’ambito
artistico procedendo con sculture-amalgame (la croce di Lotario), così
accade a livello sociale e politico: anche a livello di rappresentazione e
distribuzione dei modelli di riferimento, le rappresentazioni del potere
politico devono veicolare l’idea che il re, essendo il vicario dell’onnipotenza
divina, debba essere presentato mimeticamente simile al divino. La sovranità,
nel Medioevo, viene pertanto rappresentata dando un corpo al divino attraverso
il Sovrano.
Non si dimentichi, inoltre, che
uno dei testi che ha avuto un’amplissima diffusione è proprio il De
Imitatione Christi in cui il modello di riferimento da seguire è il
canone della vita spirituale e monastica che, rispetto ad altri modelli,
maggiormente si avvicina all’imitazione del divino. Coltivare una vita
interiore che porti l’uomo alla vera bellezza, abbandonare qualsiasi forma di
conoscenza scientifica e umanistica per abbracciare l’unica vera conoscenza,
ovvero, Dio: queste sono le due regole principali per unirsi misticamente con
il divino.
Rimanendo sempre all’interno di
questo periodo storico, ma affrontando la questione in termini molto più
complessi con Tommaso d’Aquino, la questione della pratica mimetica viene
interpretata secondo il principio di analogicità. Si tratta di un principio che
elabora il rapporto tra uomo e Dio: solo l’uomo è a somiglianza e a immagine
di Dio, non perfetta, ma imperfetta. Solo con l’uomo, dotato
d’intelligenza, si attua il grado supremo di partecipazione e vi è una
somiglianza specifica; solo l’uomo è vera immagine di Dio e non soltanto come
vestigio come lo sono gli altri esseri. Solo l’uomo può conoscere il bello
attraverso modelli di proporzione, interezza e chiarezza che riconducono alla
manifestazione mimetica di Dio. Si precisa che quando si parla di relazione
mimetica, s’intende una relazione di partecipazione: l’uomo è simile a Dio (e
non viceversa) e in questa somiglianza all’uomo è consentito produrre e
assumere la condizione di artifex.
Per chi volesse ritornare su alcuni dei concetti qui sopra esposti, propongo i seguenti miei post:
- il libro De Imitatione Christi (Il libro dell'Imitazione di Cristo);
- il rapporto ragione e fede in Tommaso (San Tommaso, parte I, San Tommaso, parte II, San Tommaso e il concetto di laicità del sapere, San Tommaso e la primalità dell'essere);
- il concetto di analogia in Tommaso (San Tommaso: partecipazione e analogia).
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