mercoledì 5 settembre 2012

Balzac e la questione del lettore

Una volta affermato che la ri-presentazione della realtà implica la presa in considerazione necessariamente del punto di vista dell'autore e, anche, del mondo interiore e microscopico della realtà (Balzac e la realtà ri-presentata), le ultime osservazioni vanno proposte in riferimento alla figura del lettore/spettatore.

Presento qui di seguito alcune citazioni tratte da uno dei testi di riferimento di questa ricerca (GEBAUER G.,  WULF C., Mimesis: culture, art, society, Berkeley and Los Angeles, University of California Press, 1995):

Literary mimesis of social mimesis, of the modes of worldmaking current in society, as presented by the novelist – an expert in aesthetic representation – works to intensify readers’ experience of social reality and to dramatize and justify it [GEBAUER – WULF, 1995], p. 218.


The aestethic of the Comédie humaine has yet another social purpose – to incline readers to recognize the distinctions of the elite class as guiding social value. Reading stimulates their interest in what happens in the novel; the stories continue in a fantastic dimension the lived reality of bourgeois society; readers are flattered, all but forced to cultivate a belief in the value promoted in the novel […] receptive readers become involved in a process of mimetic world making, so that they come to share the desires of the protagonists as they follow them thought the stories [GEBAUER – WULF, 1995], p. 224.

Non è forse possibile intravedere la figura di un lettore appassionato? Se nel Romanticismo si era potuto constatare che il soggetto, l’uomo e l’artista giudicano e sono appassionati, nel Naturalismo, proponendo la realtà sociale nelle sue dimensioni oggettive e soggettive, queste non appassionano il lettore? 

Il fatto è che il mimetismo letterario ha come obiettivo quello di creare fidelizzazione nel lettore e Balzac lo applica avendo come oggetto del discorso e, contemporaneamente, come possibile fruitore, la borghesia. Non si dimentichi, infatti, che Balzac scriveva per vivere: era un professionista che scriveva per guadagnare e che per questo ha composto diverse opere e capolavori in una decina di anni.

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