Una seconda figura intellettuale di rilevanza fondamentale è Walter Benjammin (1892-1940). Quello che si propone, nei prossimi post, è una breve panoramica di alcuni dei concetti più importanti e funzionali al tema della pratica mimetica. In modo particolare, si prenderanno in considerazione:
- il concetto di similarità e di corrispondenze insensate;
- il concetto di temporalità in relazione alla persona;
- la questione della riproducibilità tecnica.
Chiave di lettura di questa triade è sicuramente il concetto di temporalità o meglio ancora di percezione temporale.
La questione della similarità
Parlare di pratica mimetica, può voler dire parlare anche di rapporti di similarità che trovano in Benjamin un ottimo teorico.
Diversi sono i testi di riferimento, tra cui si citano Doctrine of the similar - pp. 694-705 e On the mimetic faculty - pp. 720-727 in [Benjamin, 1932 - Walter Benjamin Selected Writings 1931-1934, Jennings M., Eiland H., Smith H. (eds), Vol. 2, London, Belknap press of Harvard University, 2005], e L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica [Benjamin, 2011 - L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Torino, Einaudi].
Nel primo dei testi sopracitati, lo studioso tedesco considera l’importanza antropologica della similarità fin dall’infanzia:
Children’s play is everywhere permeated by mimetic modes of behaviour, and its realm is by no means limited to what one person can imitate another. The child plays at being not only a shopkeeper or teacher but also a windmill and a train. The question on which this turns, however, is the following: What advantages does this schooling in mimetic conduct bring to a human being?
([Benjamin, 1932], Doctrine of the similar, p. 694)
Fornire una risposta a questa domanda per lo studioso non è semplice perché non è sufficiente considerare le similarità superficiali e consapevoli, ma anche quelle che appaiono meno sensate. Le similarità, infatti, possono essere naturali e magiche corrispondenze [Benjamin, 1932 - p. 695], e uno dei contesti più utilizzati da queste nonsensuous correspondences è il linguaggio:
From the immemorial, the mimetic faculty has been conceded some influence on language […] All the same, imitative behaviour in language formation was acknowledge as an onomatopoetic element. Now, if language, as is evident, is not an agreed-upon system of signs, we will be constantly obliged to have recourse to the kind of thoughts that appear in their rawest, most primitive form as onomatopoetic mode of explanation. […] Every word – indeed, the whole language is onomatopoetic. The key which finally makes this thesis fully transparent lies concealed in the concept of nonsensuous similarity. For if words meaning the same thing in different languages are arranged about that signified as their center, we have to inquire how they all […] are similar to the signified at their center. Such an understanding is of course related in the most intimate way to mystical or theological theories of language, without, however, being alien to empirical philology. […] certain combinations of sound in language […] the nature of nonsensuous similarity
[Benjamin, 2011 - p. 696].
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