mercoledì 16 marzo 2011

Plotino: la posizione dell'arte nell'Assoluto

(per questo post prenderò in considerazione la lettura di due testi: L'assoluto nella dottrina di Plotino - di Luigi Pelloux, Vita e Pensiero, 1994 pp. 2-3 e L'originale assente - di Maria Bergamo e Monica Centanni, Paravia, 2005 pp. 65-67)

In primo luogo, vorrei ricordare la complessità del sistema filosofico, tra metafisica e religione, di Plotini. Sistema che si basa prevalentemente sui concetti di unità e Assoluto. Se per la maggior parte dei filosofi, l'unità proviene dalla trama logica e non dal contenuto, per Plotino non è così: è proprio il contenuto, l'unità nell'Assoluto, a essere centrale. Questa visione porta a considerare il suo testo, le Enneadi, come un testo a contenuto metafisico che focalizza l'attenzione sulla natura di Dio, sul significato della realtà divina dinanzi all'universo e all'uomo.

In secondo luogo, vorrei considerare il concetto di gerarchia di esseri. Plotino, parlando di processo di andata e ritorno all'Uno/Assoluto, prende in considerazione una serie di tappe intermedie. Dalla materia, che non può venire intesa che in un modo prevalentemente negativo, fino agli astri, agli esseri viventi, all'uomo, e di qui fino a Dio/all'Assoluto, anzi al divino di cui diverse tracce si ritrovano in ogni realtà.

Con Plotino, insomma, abbiamo a che fare con un certo valore della materia studiata, l'Uno e l'Assoluto, che è trascendenza e che il filosofo desume direttamente da Platone. Ma non solo: proprio in Plotino, troviamo una conciliazione tra le posizioni di Platone e di Aristotele, sia nei confronti della mimesis sia della katharsis.

MIMESIS
Plotino supera la condanna platonica dell'arte, anche se comunque non nega la trascendenza del modello e la superiorità dell'intellegibile (l'Uno) sul sensibile (la materia). L'arte come mimesis non viene condannata perchè la natura e il mondo sensibile sono immagine del mondo trascendentale e l'imitazione della natura rappresenta una forma di relazione tra la dimensione sensibile e la dimensione ideale.
 Se per Platone sensibile e ideale erano inconciliabili e caratterizzati da una distanza incolmabile, in Plotino si procede con una certa continuità e unità tra i diversi livelli dell'essere. L'Uno, l'Intelletto, l'Anima e la Materia sono in rapporto mimetico, di riflessione tra livello e livello, e di specularità rispetto al mondo supremo. In un certo senso, il bello sensibile è un riflesso di quello spirituale, anche se frammentato e imperfetto.

Inoltre, non si deve dimenticare che quando si parla di mondo sensibile, facendo riferimento alla natura, questa viene caratterizzata da Plotino come qualcosa che è composta da forme razionali - logoi: ed è proprio a queste forme che si rivolgono le arti nella loro attività imitativa. Nella forma risiede la bellezza che la natura sensibile dei corpi è incapace di generare per sè, ma che la natura stessa acquisisce grazie all'effetto di rilucenza dell'intellegibile: plasmata per irradiazione, la natura deriva le sue forme dall'anima, dallo spirito e dall'Uno.

Per Plotino, inoltre, la forma del bello può risiedere anche nella mente dell'artista, come forma interiore: anch'essa è la produzione del riflesso e dell'irradiazione del modello ideale. Prendendo in considerazione non solo l'operato artistico come un qualcosa di imitativo, ma valutando anche la mente dell'artista, il processo artistico viene visto come un qualcosa che non solo imita, ma crea e creando genera bellezza.

Secondo Plotino, l'arte prende dalla natura i contenuti intellegibili fatti emergere dalle immagini sensibili (aristotelicamente) e da questi si distacca volgendosi al puro intelleggibile (platonicamente). C'è un andata e un ritorno in questo percorso artistico e gnoseologico mediante il ricorso a forme artistiche, immagini e percezioni. In questo senso (gnoseologico) che la percezione del bello sensibile è contemplazione estetica ed è il primo passo che l'anima compie per giungere alla contemplazione del Bello ideale.

KATHARSIS
Il bello sensibile è però immagine, orma, ombra, simulacro del bene ideale. E' per questo che l'anima necessita di una purificazione per ascendere e contemplare il Bello Ideale: l'anima, in questo modo, si purifica ovvero acquista purezza, virtù e temperanza avvicinandosi all'Assoluto che altro non è che il Bello Assoluto da cui ha origine ogni forma di bello.

Bisogna ricordare che tutto ciò avviene grazie e nonostante l'intuizione sensibile sia sempre sentita come un qualcosa di non-positivo, di contaminato dalla negatività della materia.

CONCLUSIONE
Il parziale superamento dell'idea di arte come "imitazione delle idee" (puramente platonico), per Plotino imitare il modello realizza il desiderio di unità con le realtà intelleggibili, anche in base alla somiglianza che tale realtà presenta con la natura dell'anima. In un certo senso macrocosmo e microcosmo hanno una struttura e un funzionamento similare, proprio in funzione della loro derivazione dall'Uno.

Infine, vorrei precisare che questa nozione di percezione estetica come momento conoscitivo dell'intelligibile sarà ripresa anche nel pensiero filosofico rinascimentale in cui verrà rivalutato lo stesso piano sensibile e materiale, perdendo ogni traccia di negatività o inferiorità.

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