domenica 26 giugno 2011

La prospettiva secondo Maldonado

(appunti tratti dalla lettura del testo di Tomas Maldonado, Reale e Virtuale, Feltrinelli, 2005, pp. 9 - 79)

Dal momento che ho dedicato una serie di post al tema della prospettiva, vorrei prendere in considerazione quanto detto in un testo a me molto caro di Tomas Maldonado, Reale e Virtuale. Premetto che in questo post prenderò in considerazione due sottocapitoli, quello della Prospettiva e del Trompe-l'oeil, ma quello principale e fondamentale per me sarà l'appendice dedicata all'iconicità (che vedrò più avanti).

LA PROSPETTIVA
Maldonado inizia il paragrafo con una breve panoramica delle trattazioni principali su tale tema:
  • Panofsky e Cassirer e la natura simbolicamente convenzionale o mitica della prospettiva lineare;
  • l’originalità della prospettiva lineare rispetto ad altre forme di rappresentazione prospettica praticate nel passato;
  • la maggiore o la minore naturalità o realismo della prospettiva curvilinea rispetto a quella rettilinea.
Quello di cui è certo Maldonado è che:

Ora si sa che, fuori di ogni ragionevole dubbio, che la prospettiva lineare, come qualsiasi altro dispositivo atto alla riproduzione illusoria dello spazio su un piano, ha una natura in parte convenzionale. Ciò non toglie però che la rappresentazione prospettica sia stato un passo a dir poco rivoluzionario nella storia delle tecniche finalizzate a fornire una rappresentazione sempre più verosimile
(p. 18)

Vediamo ora di capire cosa s’intende per convenzionale e per naturale. 
Maldonado fa riferimento a Gioseffi e alla sua relazione in un convegno sulla prospettiva rinascimentale tenutosi a Milano nel 1977:


PROSPETTIVA, intesa come LINGUA o SISTEMA DI SEGNI => CONVENZIONALE

PROSPETTIVA, intesa come LEGGE attua a descrivere un fenomeno fisico e percettivo => NATURALE


Ora il discorso che si propone sembra essere molto legato a quello di Panofsky e Lotman. In sostanza, ogni civiltà ha il suo sistema di rappresentazione e la nostra ha fatto una sua scelta precisa: le immagini dovrebbero essere vissute come le più reale del reale stesso, più verosimile della realtà.
Il problema, dunque, verte sulla corrispondenza tra realtà e prospettiva in termini pratico-operativi: non importa se c’è o meno una corrispondenza biunivoca, piuttosto importa se funziona come rappresentazione plausibile non di una generica realtà, ma della percezione della realtà. Ovvero se è adoperabile nel nostro rapporto operativo col mondo.

Ritornando alla prospettiva lineare, secondo Maldonado, questo sistema di rappresentazione visiva, caratterizzato da un’impronta veristico-naturalistico, è una delle migliori rappresentazioni convenzionali della realtà. Questo perché ha saputo rispondere all’esigenza di un rapporto operativo con il mondo, rapporto che dipende dall’affidabilità operativa delle nostre rappresentazioni visive.
La tendenza al naturalismo è una costante per una storia della rappresentazione visiva come mezzo di conoscenza del mondo esterno e di comunicazione tra noi, di noi e con noi stessi.
(la tematica del naturalismo è molto vasta, ma è comunque trattata e centrale nel testo di Maldonado)

IL TROMPE-L'OEIL
Talvolta si dipinge la realtà partendo dalla realtà stessa con la controprova dello specchio, oppure a volte è dallo specchio che il pittore copia la realtà. Lo specchio, in entrambe i casi, è quell’istanza atta a giudicare l’affidabilità realistica della rappresentazione:

Ma dietro l’attrattività, pressoché ipnotica, esercitata dallo specchio sui pittori, si nasconde l’inebriante diletto per l’imitazione
(p. 46)

Il piacere dell’imitazione ha una funzione generativa rilevante nello sviluppo della conoscenza e dell’impianto cognitivo (Lacan e l’appropriazione gioiosa del bambino della sua immagine specchiandosi). Il ricorso all’imitazione, insomma, sarebbe un’altra costante nella necessità di costruire una nostra rappresentazione del mondo.

Il trompe-l’oeil è l’immagine che raffigura ad alta definizione una realtà tridimensionale su una rappresentazione bidimensionale. Si tratta di una rappresentazione illusoria che tende sempre più al realismo. Oggi il trompe-l’oeil è utilizzato ad esempio al cinema, soprattutto con la grafica computerizzata e la produzione di realtà virtuali.


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