sabato 4 giugno 2011

Il Rinascimento e l'antichità classica: Panofsky

Ho incontrato un testo molto interessante: l’autore è Erwin Panofsky e il titolo è il seguente The themes and concepts of Renaissance art are analyzed and related to both classical and medieval tendencies, 1972, Westview Press (pp. 18 – 30).

Vorrei riportare i concetti principali:
  1. il termine Rinascimento deriva proprio dal concetto di rinascita dell’antichità classica. Molti scrittori, tra cui Lorenzo Ghiberti, Leon Battista Alberti e Giorgio Vasari ritengono che l’arte classica ritornò solo durante il Rinascimento a causa delle invasioni dei barbari e l’ostilità del clericato cristiano. Durante il Medioevo, comunque, il classico sopravvisse e trovò nel periodo di Carlo Magno un primo sviluppo. Questa lettura storica del classico è vera, ma necessita di una precisazione che lo stesso Panofsky afferma: come abbiamo già affermato, non c’è una completa rottura tra Rinascimento e Medioevo, ma sicuramente è sostenibile l’attitudine del Rinascimento a essere interessato ai valori della letteratura classica;
  2. durante il periodo medievale, i motivi classici erano utilizzati non per la rappresentazione di temi classici e, di conseguenza, temi classici non erano espressi ma classici motivi. Tuttavia, in una maniera o nell’altra, i motivi classici sopravvivono (nonostante il passaggio da epoca pagana a cristiana). Sopravvivono in quanto sono copies … instances of a continuos and traditional serviva of classical motifs, some of which were used in succession for quite a variety of Christian images (idem, p. 19). Naturalmente queste “copie” devono essere re-interpretate e ri-adattate al contesto cristiano, ma fermo resta che si tratta di copie o prototipi. Con l’era cristiana, i motivi classici investono un significato non classico e temi classici sono espressi da figure non classiche in un non classico set. Perché? Secondo Panofsky, la risposta risiede nella differenza tra tradizione rappresentazionale e testuale: l’artista che usa l’immagine di Ercole per dipingere Cristo, agisce in questo modo perché ha come riferimenti modelli visuali (un prototipo che deriva da una serie di trasformazione intermedie). L’artista, invece, che per rappresentare Medea utilizza una principessa medievale, traduce in immagini una descrizione che ha trovato da fonti letterari: informazioni sulla mitologia classica, ad esempio, sono state recuperate in molti commentari, trattati ed enciclopedie (e in questo modo sopravvissero). La traduzione da materiale a testuale a visivi non poteva non sembrare differente da quello che era la tradizione classica;
  3. tuttavia non bisogna affrettarsi a conclusione erronee: di immagini ne sono sopravvissute anche nei trattati. Basti pensare ai commentari astrologici in cui tra le costellazioni si potevano trovare mitologiche immagini (Cassiopea, Perseo). Si tratta di idoli che sono sopravvissuti proprio perché erano simboli per eccellenza del paganesimo. Ora, durante il periodo carolingio, queste immagini classiche furono fedelmente copiate in manoscritti, ma vennero poi abbandonate e rimpiazzate da immagini differenti nel XIII e XIV secolo. In altre parole, dove un’immagine classica, fusione di un tema classico con un motivo classico, è stato copiato nel periodo carolingio (con feverish assimilation) queste immagini classiche sono state abbandonate non appena la civiltà medievale ha raggiunto il suo culmine e non fu reintegrato nel Quattrocento. Fu privilegio del Rinascimento reintegrare classici temi con classici motivi;
  4. per una mente medievale, la classicità e i suoi temi erano intesi come favole. C’era una distanza storica ancora troppo elevata, nonostante il nuovo impero tedesco fosse visto come continuazione di quello romano e la religione cristiana avesse gradualmente preso il posto di quella pagana. In altri casi, i temi classici erano visti anche come delle istituzioni di un tempo passato e da onorare.
    Come era impossibile per il Medioevo elaborare un moderno sistema di prospettiva (basato sulla realizzazione di una fissa distanza tra occhi e oggetto), così non era in grado di costruire immagini consistenti e comprensive di cose visibili; come era impossibile per loro concepire un’idea moderna di storia (basata sulla realizzazione di una distanza tra presente e passato), così erano incapaci di elaborare concetti di periodi passati. 
     


    MEDIOEVO => motivi classici sopravvissuti, ma senza una corrispondenza con i temi classici. La sopravvivenza dipese da una tradizione fortemente testuale

    UMANESIMO – RINASCIMENTO => motivi classici sono reintegrati (non sono quelli medievali) e accompagnano temi classici


     

2 commenti:

  1. Il libro di Panofsky sembra molto interessante ma sei sicura che questo sia il titolo esatto??? Io sarei interessata a leggerlo ma non riesco a trovarlo...

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  2. Il titolo corretto è il seguente: "Studies In Iconology: Humanistic Themes In The Art Of The Renaissance" di Erwin Panofsky e Gerda S. Panofsky - Icon Editions (1972).

    Scusa per il ritardo nella risposta! Buona lettura!

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