THOMAS HOBBES. LE SENSAZIONI COME MOVIMENTI
Si parta con il primo autore, Thomas Hobbes (Inghilterra 1588 - 1979).
La filosofia di Hobbes ha come scopo quello di porre i fondamenti di una comunità ordinata e pacifica, che egli crede possibile soltanto sulla base del potere assoluto dello stato. Si tratta di una filosofia che non segue la metafisica aristoteliana e degli Scolastici, ma di una filosofia puramente razionale, umanamente razionale: esclude ogni rivelazione soprannaturale, l'autorità dei libri e degli autori antichi per far emergere l'ispirazione dal mondo della natura.
Anche gli animali posseggono un certo grado di ragione perchè, ad esempio, per appagare i propri sensi, utilizzano l'esperienza passata e prevedono, anche se in maniera limitata, il futuro. A differenza degli animali, però, l'uomo prevede e progetta a lunga scadenza perchè possiede il linguaggio che consiste nell'uso di segni arbitrari (ovvero convenzionali). I versi degli animali non costituirebbero per Hobbes un linguaggio, cosa che invece si ha solo quando si usano le parole che sono segni convenzionali che significano i concetti delle cose che si pensano. La ragione dell'uomo è condizionata da questi segni artificiali perchè solo le parole consentono quelle generalizzazioni che guidano la condotta.
Come i matematici insegnano ad aggiungere e sottrarre i numeri [...] così [...] aggiungendo un nome ad un altro formano un'affermazione, e aggruppando due affermazioni fanno un sillogismo, e con molti sillogismi fanno una dimostrazione [...] La ragione non è che un calcolo.
(Leviatano, Laterza, 1974, pp. 32 - 33)
La ragione e la scienza possono rivolgersi con successo solo a oggetti di cui si può conoscere la causa produttrice, quindi a oggetti generabili. I concetti di Dio, angeli e tutte le cose incorporee, la ragione non ha modo di esercitarsi (materialismo). E lo spirito umano? E le sensazioni?
Per Hobbes, le sensazioni non sono che immagini apparenti dell'oggetto corporeo che le produce nei nostri organismi di senso. Ma sia l'oggetto sia la sensazione non sono altro che movimenti.
Movimento è anche l'immaginazione che conserva le immagini dei sensi ed è quindi una specie di inerzia dei movimenti che si originano dall'esterno con la sensazione. La stessa anima non è che un corpo.
Se ne deducono due importanti conseguenze:
- l'immaginazione ha solo un ruolo conoscitivo: è solo un nome per indicare un corpo esterno che preme l'organo proprio a ogni senso, suscitando, con la mediazione dei nervi o di altri filamente, una fantasia. Il senso diventa la fantasia originaria causata dal movimento delle cose esterne sui vari e specifici organi;
- Hobbes critica fortemente Cartesio: è illegittima l'affermazione cartesiana "io sono una cosa che pensa" e la sua conseguenza "io sono una sostanza pensante", perchè non è necessario che la cosa che pensa sia pensiero, essa anzi è il corpo stesso. Se Cartesio avesse ragione allora "io sto passeggiando, quindi sono una passeggiata". Insomma, per Hobbes l'anima umana è materiale e non potrebbe non esserlo dato che i suoi atti sono movimenti, prodotti dai movimenti dei corpi esterni.
Si passa ora a Locke (Wrington 1632 - Essex 1704)
Una lunga tradizione vede in Locke il fondatore del cosiddetto empirismo inglese ossia di quella corrente della filosofia moderna proseguita da Berkeley e Hume che si sviluppa a cavallo fra Seicento e Settecento e che in parte si inscrive già nel periodo dell'Illuminismo. Qualcosa cambia rispetto al periodo di Cartesio, Spinoza e Leibniz e di questo cambiamento si trovano i primi indizi in Locke, Berkeley e Hume.
Si parta dalla considerazione sul concetto e sulla funzione della ragione. Per Locke, debole e imperfetta è la ragione, unica guida efficace di cui l'uomo dispone. Nonostante abbia dei limiti, questi che sono propri dell'uomo perchè sono propri della sua ragione, sono tali perchè bisogna fare i conti con l'esperienza. E' l'esperienza, infatti, che fornisce alla ragione il materiale che essa adopera. Le idee semplici sono gli elementi di ogni sapere umano. La ragione può bensì combinare e ordinare questo materiale a suo modo, formando idee complesse e ragionamenti.
Il rapporto tra esperienza e ragione è tale per cui quest'ultima dipende dall'esperienza. Ora, detto questo, Locke afferma che oggetto della conoscenza dell'uomo è l'idea. Anche le idee derivano dall'esperienza, cioè sono il frutto non di una spontaneità creatrice dell'intelletto umano, ma della sua passività di fronte alla realtà.
Esistono due tipi di idee, dal momento che la realtà o è esterna (natura) o è interna (spirito).
- idee di sensazione, derivano dall'esterno, dalla natura e sono per esempio il giallo, il duro, il dolce e in generale tutte le qualità che si attribuiscono alle cose;
- idee di riflessione, derivano dall'interno, dallo spirito e sono la percezione, il pensiero, il dubbio, il ragionamento, la conoscenza e tutte le idee che si riferiscono a operazioni dello spirito.
L'esperienza ci fornisce idee semplici, le idee complesse, invece, sono prodotte dal nostro spirito, mediante la riunione di varie idee semplici. Quando l'intelletto è stato provvisto, dalla sensazione e dalla riflessione, di idee semplici, esso ha la capacità di riproporle, paragonarle, riunirle in modi infinitamente vari. La conoscenza umana è la costruzione che risulta da questa capacità di combinazione che è propria dell'intelletto. Il fatto è che nel ricevere queste idee semplici, lo spirito è puramente passivo: diventa attivo nel servirsi di tali idee come di un materiale per le sue costruzioni.
Quale è, dunque, la funzione del sensibile?
Il nostro spirito è come una tabula rasa su cui, tramite l'esperienza, giungono i materiali del pensare (della costruzione delle idee complesse), attraverso le due fonti che abbiamo detto prima: idee di riflessione e idee di sensazioni. Soffermiamoci un secondo su queste.
La sensazione è l'origine essenziale delle nostre idee: si tratta di un passo decisivo perchè alla sensazione (su cui poi lavora la riflessione, naturalmente) viene attribuita la totalità del nostro sapere.
Nessun commento:
Posta un commento