mercoledì 27 luglio 2011

Germania: preparativi per Kant, partendo da solide basi leibniziane (parte I)

Dopo Francia e Inghilterra, un paese di straordinaria importanza è la Germania. Qui, ci aspetterà poi la disamina di uno dei più grandi filosofi, Kant. 

La forte influenza dovuta a Leibniz, alla teoria della conoscenza e alla critica del gusto rappresentano gli elementi di un terreno fertilissimo.
Vorrei prendere in considerazione in questo primo post due autori, Gottlieb Baumgarten e Moses Mendelssohn.

GOTTLIED BAUMGARTE
Di questo autore ho preso in considerazione tre testi:
  1. Art in theory, 1648 - 1815: an anthology of changing ideas di Charles Harrison e Paul Wood (2000, Wiley-Blackwell), pp. 486 - 490;
  2. Literary aestetics, a reader di Alan Singer (2000, Wiley-Blackwell), pp. 154 - 162;
  3. Art at the limits of perception: the aestetic theory of Wolfgang Welsch di Jerome Carroll (2006, Peter Lang), pp. 59 - 65.
Baumgarten è stato il primo a coniare il termine estetica, tratto dalla parola greca aesthesis, cioè sensibilità, sensazione, percezione. Apriamo una breve parentesi. 
Baumgarten pubblica il primo volume della sua Aesthetica nel 1750 e un secondo volume nel 1758. Qui vi specifica e argomenta la trattazione: con questo volume, l'autore battezza l'inizio anche di una nuova disciplina da intendersi come "scienza della conoscenza sensibile", come controparte di un'altra scienza, la logica, che porta chiarezza e coerenza al terreno dei pensieri. 
Quello che però è veramente importante è che la conoscenza sensibile contiene ricchezza e vivacità nelle sue rappresentazioni. Infatti, dove la logica intraprende un'analisi astratta delle idee complesse e le rende semplici, l'estetica riconosce la complessità e l'abbondanza come caratteristiche e come elemento centrale. 

Aestetics (the theory of the liberal arts, the lower study of perception, the art of thinking in the fine style, the art of analogical reasoning) is the science of perception that is acquired by means of the sense (p. 489, Art in theory, 1648 - 1815: an anthology of changing ideas).

Insomma l'estetica è la scienza della conoscenza sensibile, una gnoseologia inferior. Cosa s'intende per conoscenza inferiore? La chiarezza (sia logica, sia estetica) denota la capacità della mente di organizzare la sua esperienza. Mentre l'alta facoltà cognitiva penetra negli oggetti, rendendo la sua natura intensiva chiara in un'idea filosofica, la chiarezza estetica estensiva, che proviene dalla percezione, non fornisce sempre e solo qualcosa di distinto, ma di confuso. Questo significa che le rappresentazioni estetiche sono fuse assieme: non necessariamente sono irrazionali o sciocche, ma, dipendendo dalla percezione, sono complessa, confusa e interconnessa. Questa "chiarezza confusa" non anticipa o preclude la chiarezza intensiva della logica, ma ha la facoltà di essere applicata su un campo diverso e con un registro differente, quello della percezione.

When a partial image has been represented, the image of the object recurs as a whole and so far constitutes a complex concept of ot, which, if it is confused, will be more poetic than if it is simple. Therefore, to represent the whole with a partial image, and that extensively more clear, is poetic. (p 160, Literary aestetics, a reader)

 Da queste parole è possibile affermare che:
  1. l'indeterminatezza e la confusione è la caratteristica chiave dell'estetica. C'è molto di Leibniz;
  2. l'importanza della poesia e della retorica. 
Infine, che cosa è il bello? In primo luogo è l'oggetto dell'estetica: qui si coglie il bello, nella sua perfezione attraverso la conoscenza sensibile. Tale bellezza ha tre aspetti: è accordo di pensieri, che si unificano in un fenomeno sensibile, è accordo dell'ordine interno, che deve essere sentito ed è l'accordo che da il significato, che si istituisce tra i pensieri e le cose.
La conoscenza sensibile è pur sempre inferiore e imperfetta, rapportata con quella della ragione, ma ha comunque un suo perchè: lo studio della sua imperfezione costituisce un'importante area per comprendere, anche, un discorso perfetto e sensato, come la poesia. 

MOSES MENDELSSOHN
Parte anche lui da presupposti leibniziani, li sviluppa in una direzione sentimentale, ispirata anche a Du Bos. 
Ho trovato un testo interessante Del Sublime e Naturale nelle lettere all’interno di "Principi generali delle belle lettere e bell'arti: trattato del sublime e del naturale nelle belle lettere", integralmente consultabile on line.

Eccone alcune considerazioni:
  • il bello ha alcuni limiti e molto spesso non si riesce ad afferrare totalmente. Si prendano ad esempio le immagini dell'Oceano, di una pianura immensa o quelle dell'eternità. L'arte, utilizzando l'imitazione, anche in questi casi sfrutta questo potere e l'imitazione di questo sensibile immenso si chiama Grande;
  • per grande non s'intende tanto una grandezza che sia limitat, ma tale che sembri illimitata e possa fa suscitare un soave ribrezzo. Esiste un modo per far suscitare tale sensazione: si possono portare uguali intervalli di spazio e di tempo tante volte e in una impressione immutata; i sensi, in questo modo, sentono una certa inquietudine, invece di considerare la simmetria. L'esempio che fa Moses è quello di una colonnata ritta in Architettura dove le colonne sono simili, intervallate con egual spazio;
  • il sentimento che produce il sublime è composito: immensità (che deriva dalla grandezza) e varietà che conduce l'osservatore a guardare e riguardare per andare sempre più oltre. Immensità e varietà potrebbero fondersi nell'ammirazione;
  • si è parlato prima di imitazione. L'autore ad un certo punto si chiede se l'ammirazione verso l'oggetto dipenda più dalle caratteristiche dell'oggetto (l'originale) o dall'arte (dall'imitazione). Sembra che questa sia molto più connessa con l'imitazione e dunque con l'artista, con il suo talento che proprio nell'arte è in grado di rivelare. Alla base di ogni imitazione c'è sempre una copia e andando a ritroso copia dopo copia, si ritrova la perfezione del maestro: alla fine, quando noi apprezziamo qualcosa nell'arte, apprezziamo anche lo spirito dell'Artista, Ingegno sublime, che solo si può intuire.

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