giovedì 6 settembre 2012

Flaubert: Madame Bovary sono Io! Parte I


Dopo aver preso in considerazione Balzac, un secondo autore fondamentale per questa trattazione è sicuramente Gustave Flaubert

Il senso del reale
Con Gustave Flaubert (1821-1880), la componente oggettiva sembra trovare una sua più stabile collocazione all’interno di un modo di intendere la letteratura come procedura scientifica di analisi della realtà: se il rapporto causa-effetto è basilare nell’osservazione scientifica, allora tale deve essere il comportamento della letteratura. Il ritorno alla realtà, diventa, specialmente in Flaubert e anche in Zola, un ritorno scientifico:

Ma Darwin non fu solo storico, fu il filosofo della natura, e dai fatti e dalle leggi naturali cavò tutta una teoria intorno ai problemi più importanti della nostra esistenza, ai quali l’umanità non può rimanere indifferente. […] Io voglio esaminare quale sia questo nuovo ambiente in cui viviamo noi. Una volta il nostro spirito era disposto a cercare le idee o i concetti nelle cose, l’ “esprit des choses”, la filosofia delle cose, filosofia della storia, filosofia del linguaggio, filosofia del diritto. Oggi prendiamo un vivo interesse a studiare le cose in se stesse, nella loro esteriorità, nella loro natura, nella loro vita. […] Non ci basta studiare le cose nei libri; vogliamo guardarle nel libro vivo della natura; prendiamo gusto all’osservazione, alle esplorazioni, all’esperienza; vogliamo il laboratorio anche nelle scienze dette spirituali, come nella filologia e nella giurisprudenza; siamo noi laboratorio a noi stessi, persuasi che il maestro non ci dà la scienza bella e fatta; la scienza vogliamo cercarla ed elaborarla noi, vogliamo vederla non come è fatta, ma come si fa. (bene!) […] Perciò in noi si è più sviluppato il senso del reale: un nuovo materiale è penetrato nella nostra cultura generale […] Vogliamo il metodo intuitivo sperimentale e genetico, cioè la cosa guardata nella sua generazione [DE SANCTIS (1953), “Il darwinismo nell’arte” in Saggi critici, vol. 3 (1953): 355-359, Roma-Bari, Laterza], pp. 355-359


Il senso del reale è rintracciabile in Flaubert nelle descrizioni che lo stesso riporta e da quell’osservazione distaccata che, rendendosi trasparente, pone in primo piano i particolari oggettivi e li valorizza in quanto tali, senza ricondurli a un ordine complessivo di significati.

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