lunedì 1 agosto 2011

Illuminismo e Kant: Sapere aude!

Nei post precedenti ho sempre fatto riferimento a Kant inserendolo nel periodo etichettato "Barocco e Settecento". Manca l'etichetta dell'Illuminismo che io considero fenomeno del Settecento e pertanto insererei ancora Kant come autore che termina questo periodo per poi dare l'avvio al nuovo periodo del Romanticismo. 

Sarà difficile considerare l'opera di Kant, per questo vi dedicherò alcuni post nelle prossime giornate. Entro il mese di Agosto spero di poter concludere questo mega capitolo storico-filosofico.

ILLUMINISMO SECONDO KANT
(testo di riferimento: Risposta alla domanda: che cos'è l'illuminismo in Scritti Politici e di filosofia della storia e del diritto a cura di Bobbio, Utet, Torino, 1965, pp. 141 - 146)

L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato della minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! E' questo il motto dell'illuminismo.

L'espressione Sapere aude!, utilizzata nel Settecento, divenne un motto dei liberi pensatori che invitavano il pensiero a liberarsi dai dogmi e dai valori tradizionali. Nella Prussia di Federico II veniva stampato come frontespizio dei libri e divenne il contrassegno della loro ispirazione anticattolica e illuminista.

Centrale è il pensare da sè e il fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi contro la pigrizia "intellettuale", la viltà e la cieca obbedienza. Ma cosa significa "pubblico uso"? 

Intendo per uso pubblico della propria ragione l'uso che uno ne fa come studioso davanti all'intero pubblico dei lettori. Chiamo invece uso privato della ragione quello che alcuno può farne in un certo impiego e funzione civile a lui affidata. 

L' "uso pubblico" è diretto all'interesse della comunità e va in una direzione opposta a quella del meccanicismo burocratico o governativo e l'uso privato. Libertà, conoscenza, ragione e comunità sono i termini chiave per capire Kant.

COROLLARIO n° 1: KANT E LA RIVOLUZIONE COPERNICANA
Nasce e vive in Germania, 1724 - 1804, la sua funzione storica è quella di ricapitolare tutti i temi della cultura settecentesca per superarli in una direzione nuova, che già anticipa la stagione romantica. Il suo rapporto con l'Illuminismo è dialettico: di adesione, vedesi sopra, e di oltrepassamento. Nella Critica della ragion pura (1781), egli vede i limiti dell'empirismo, che non riesce a spiegare la capacità organizzativa e sintetica della coscienza. Pur non negando la funzione dei sensi, Kant effettua nei confronti dell'empirismo e del sensismo una rivoluzione copernica: la base della conoscenza non sta nella realtà e nella sua influenza sul soggetto, ma all'interno dell'io stesso, nella sua capacità di sintesi e di unificazione delle percezioni. La natura è una costruzione del soggetto, anche se questi organizza necessariamente i dati sensibili.

Con Kant, insomma, l'Illuminismo tocca il suo momento di crisi: comincerà una nuova stagione del pensiero, quella dell'idealismo, la quale avrà il suo sviluppo soprattutto in Germania, con Hegel.

COROLLARIO n° 2: LA RIVOLUZIONE DEI SENTIMENTI E DEI SENSI
L'uomo, lo stesso uomo non privato della sua libertà di pensiero, ha un aspetto passionale e pulsionale grazie alla valorizzazione del sentimento e della spontaneità, da intendersi come valori etici, oppure attraverso l'esaltazione cinica dei sensi, del piacere e dell'erotismo:
  1. da un lato, la valorizzazione dei sentimenti e dei sensi verterà sulla corrispondenza anima-natura, sentimenti-paesaggio, interiorità-campagna. Punti centrali sono la moralità, l'educazione dell'uomo e sul piano letterario, ad esempio, un interscambio tra immagini della natura/paesaggio e quelli del sentimento. Esempio tipico è Rousseau con La nuova Eloisa: la solitudine, i paesaggi desertici, il motivo della tempesta o dell'idillio lunare hanno corrispondenze a livello emotivo con gli stati d'animo;
  2. dall'altro lato, l'esaltazione cinica dei sensi e del piacere verterà sulla corrispondenza piacere-corpo al di là di una morale precostituita. Esempio di questa modalità sono i romanzi di Sade: la pianificazione razionale e scientifica della vita, il desiderio e la passione e anche la crudeltà, la violenza e la morte
RIEPILOGANDO: NEOCLASSICISMO E CONTROTENDENZE ANTICLASSICISTE E PREROMANTICHE
La tendenza dell'arte nel Settecento è determinata sia dall'Illuminismo sia dal Neoclassicismo. L'ispirazione alla ragione, ai criteri classici di regolarità, di semplicità e di armonia sono elementi rintracciabili nell'arte sia in Francia sia in Italia. In Germania, invece, qualcosa cambia. Possiamo determinare sommariamente tre tendenze:
  1. Neoclassicismo. Winckelmann è uno dei massimi esponenti, assieme a Lessing e Diderot. Il concetto tradizionale di imitazione viene profondamente modificato: l'arte è attività creativa, non mimetica. Secondo Winckelmann, il bello artistico non si raggiunge solo riproducendo il bello naturale, ma realizzando una sintesi superiore dei singoli aspetti presenti in natura. Ecco la "nobile semplicità" e la "quiete grandiosità" raggiunta attraverso grazia e armonia. La stessa aspirazione classica alla serenità dell'arte greca si fa inquieta e malinconica, perchè consapevole della distanza dal mondo perduto dell'antichità. Il Neoclassicismo, insomma, per Winckelmann non è semplice riproduzione attraverso regole prestabilite del passato da dover restaurare: poichè la storia dell'arte e quella della civiltà coincidono a livello valoriale, allora il Neoclassicismo poteva essere interpretato come espressione dei valori della modernità, mentre Pindaro e Omero come maestri di civiltà a cui ispirarsi;
  2. Preromanticismo. In questa tendenza vi rientra l'idea generale di autonomia dell'arte. Baumgarten, per cui l'arte è conoscenza sensibile, diversa dalla conoscenza razionale, Burke, con la ricerca sul sublime e sul bello (trovati poi nelle sensazioni legate alla vista e all'udito) sono i due principali esponenti. L'interesse delle teorie di Burke sta nel fatto che egli pone al centro della riflessione, facendoli associare, i concetti di bello e di sublime, percezioni di sbigottimento, di inadeguatezza, di ansia e di paura. Egli interpreta questi sentimenti in una chiave interna all'Illuminismo, ma ponendo l'accento sulle reazioni della soggettività e dell'oggettività (infinito, selvaggio e morte...temi romantici). All'interno sempre di questa tendenza vi troviamo anche Kant: con lui l'arte è completamente autonoma. Nella Critica del Giudizio, egli individua il gusto estetico, che si verifica come reazione al bello e al sublime, in una forma di piacere che non ha legami nè con la conoscenza nè con l'interesse ma che deriva dall'accordo fra i fenomeni percepiti e le aspirazioni interiori dell'uomo;
  3. Anti-illuminismo e anti-classicismo. Siamo soprattutto in Inghilterra e in Germania con lo Sturm und Drang. Grazie all'ossianesimo, nacque il mito romantico di una natura primitiva, di un Medioevo culla dello spirito popolare ed embrione delle nazioni: ne trasse motivo di affermazione una concezione della poesia come prodotto dell'istinto e della fantasia e come frutto spontaneo della sensibilità popolare. In polemica con Winckelmann, con il razionalismo e con il classicismo francese, lo Sturm und Drang propone i seguenti punti: i) al centro del dramma e della poesia deve essere posto il sentimento della natura, vissuta come forza immanente, grandiosa, possente, che sconvolge l'anima dell'uomo e vive all'unisono con essa (natura = fonte del sublime); ii) l'arte deve esprimere un senso forte di nazionalismo attraverso lo spirito pattriottico; iii) la figura dell'artista è identificata con quella del genio creatore, con il conseguente individualismo e titanismo: l'arte nasce dalle forze istintive dell'individuo, non rispetta i canoni e le regole, ma obbedisce soltanto alla forza smisurata dei sentimenti. Alla poesia naturale e il genio del popolo si contrappongono la poesia classica  e alla poesia d'arte caratterizzata da concetti come "cuore", "genio", "natura" e "spontaneità".

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