Qui di seguito si propone una
tabella riepilogativa dei principali passaggi esposti nei post precedenti:
Contesto di
Riferimento
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Considerazioni
sulla mimèsi
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Parole chiavi
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Periodo greco
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Platone: ontologicamente e
gnoseologicamente inferiore rispetto al vero e alla conoscenza razionale;
Aristotele: la produzione
artistica, alla cui base vi risiede il rapporto imitativo con la natura, è
autonoma sia nella forma sia nei contenuti (artistic self-assertion).
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Rappresentazione
Rapporto copia -modello
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Periodo romano
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Cicerone: l’artista tra
ingenium e diversi modelli di riferimento (eclettismo).
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Rapporto copia – modello
Ingenium dell’oratore /filosofo
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Periodo
paleocristiano e post romano
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Plotino: l’arte pur imitando la
natura, crea il bello artistico per somiglianza e analogia del bello ideale
attraverso la mediazione dell’anima che tende necessariamente a ritornare
all’Uno. Si comincia a parlare di self-conception,
tale per cui l’uomo e la sua capacità intellettuale sono uno specchio
produttivo e vivente dell’universo e, dunque, anche del divino;
Agostino: l’anima raggiunge la
bellezza interiore attraverso un processo di somiglianza originaria tramite
la fede.
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Rapporto tra zona
celeste/divina e terrena
l’anima e il suo percorso verso
il divino
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Periodo Medioevale
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- mimèsi come processo
d’incorporamento di segni per consolidare il potere dando un senso di
continuità col passato. Inoltre, l’amalgama di segni può avvenire anche nella
rappresentazione della sovranità essendo lui stesso il vicario
dell’onnipotenza del divino;
- mimèsi come unione mistica e
mimetica con il divino seguendo il modello della vita monastica;
- l’uomo è fatto a somiglianza
e a immagine di Dio (e non viceversa) e, in base a tale principio di
analogicità e di partecipazione, essendo lui dotato di intelligenza, possiede
similarmente capacità produttive, diventando artifex (ma non
creator, come il divino).
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Il cristianesimo e l’Auctoritas
della Chiesa
Il monachesimo e il percorso
interiore dell’anima verso il divino come abbandono di tutto ciò che è
terrestre
L’uomo e il divino: analogia
imperfetta
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