martedì 2 ottobre 2012

Conclusioni: tabella riepilogativa (parte I)



Qui di seguito si propone una tabella riepilogativa dei principali passaggi esposti nei post precedenti:


Contesto di
Riferimento

Considerazioni sulla mimèsi
Parole chiavi
Periodo greco
Platone: ontologicamente e gnoseologicamente inferiore rispetto al vero e alla conoscenza razionale;
Aristotele: la produzione artistica, alla cui base vi risiede il rapporto imitativo con la natura, è autonoma sia nella forma sia nei contenuti (artistic self-assertion).
Rappresentazione
Rapporto copia -modello
Periodo romano
Cicerone: l’artista tra ingenium e diversi modelli di riferimento (eclettismo).
Rapporto copia – modello
Ingenium dell’oratore /filosofo
Periodo paleocristiano e post romano
Plotino: l’arte pur imitando la natura, crea il bello artistico per somiglianza e analogia del bello ideale attraverso la mediazione dell’anima che tende necessariamente a ritornare all’Uno.  Si comincia a parlare di self-conception, tale per cui l’uomo e la sua capacità intellettuale sono uno specchio produttivo e vivente dell’universo e, dunque, anche del divino;
Agostino: l’anima raggiunge la bellezza interiore attraverso un processo di somiglianza originaria tramite la fede.
Rapporto tra zona celeste/divina e terrena

l’anima e il suo percorso verso il divino
Periodo Medioevale
- mimèsi come processo d’incorporamento di segni per consolidare il potere dando un senso di continuità col passato. Inoltre, l’amalgama di segni può avvenire anche nella rappresentazione della sovranità essendo lui stesso il vicario dell’onnipotenza del divino;
- mimèsi come unione mistica e mimetica con il divino seguendo il modello della vita monastica;
- l’uomo è fatto a somiglianza e a immagine di Dio (e non viceversa) e, in base a tale principio di analogicità e di partecipazione, essendo lui dotato di intelligenza, possiede similarmente capacità produttive, diventando artifex (ma non creator, come il divino).
Il cristianesimo e l’Auctoritas della Chiesa

Il monachesimo e il percorso interiore dell’anima verso il divino come abbandono di tutto ciò che è terrestre

L’uomo e il divino: analogia imperfetta

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