giovedì 30 agosto 2012

Concludendo: il grado zero della pratica emulativa


Le considerazioni proposte su Fichte, Schelling ed Hegel trovano come punto comune la tensione soggettiva della coscienza nel suo porsi verso l’Assoluto. All’interno di questa ampia categoria, il concetto di mimèsi come imitazione di un modello di riferimento (che sia la natura o il mondo antico) non vi può rientrare se manca della capacità creativa dell’uomo

E’ come se la mimèsi fosse formata da due componenti: una pars destruens, regolatrice e normativa che fa riferimento a quell’insieme di regole che appartengono al mondo antico e alla tradizione; una pars costruens, libera, autonoma, impulsiva e creatrice che simboleggia l’attività dell’Io, della coscienza o dello Spirito verso l’Assoluto. 

L’arte, pertanto, riesce a ricostruire quell’aura sacrale e originaria dello Spirito essendo una porta, una tappa del percorso della coscienza dell’artista, coscienza che risulta essere attiva e creatrice. Fantasia e ispirazione sono, infatti, attività produttive dell’Io e dello Spirito: se questa componente manca, allora la questione mimetica perde la soggettività dell’artista e diventa solo esercizio stilistico. Sarebbe solo contenuto.   

La soggettività dell’artista, infine, non solo è uno dei mezzi dell’arte, ma diventa un elemento fondamentale nel modo di concepire l’arte e la natura nel Romanticismo perché è anche il fine:
  • Fichte affermava che il continuo movimento dell’Io necessita del suo non-Io per arrivare a riaffermarsi come assoluto; 
  • Schelling considerava l’arte come attività che armonizza spirito e natura, soggetto e oggetto, ispirazione e regola, per poi giungere alla rivelazione della verità; 
  • Hegel, infine, parla di bello artistico come prodotto dell’attività umana che non è solo cosciente, ma anche autocosciente perché l’arte opera attraverso lo spirito. 
(qui sotto lo schema di Hegel recuperato dal seguente link => http://www.platon.it/Moduli/dialettica_moderna/dm_p.htm)

 
Insomma, l’arte è un bisogno in cui all’uomo è permesso di riconoscere il proprio io, la propria soggettività attraverso un percorso di autocoscienza. L’arte rinnova l’uomo, lo desta dal torpore, gli conferisce sentimenti, passioni e inclinazioni per fargli ricordare tutto ciò che risiede nell’animo umano, nella sua più segreta intimità.

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